E venne il canto del cigno anche per il Kaiser. Nessuno ci avrebbe mai pensato, specialmente nel corso del quinquennio della dittatura Ferrari. Eppure, anche l’epopea di Michael Schumacher era destinata a concludersi. Anche il pilota più vincente della storia della F1 avrebbe dovuto abdicare di fronte all’incedere del tempo. Il 2005 non era stato considerato da molti la fine dell’impero tedesco, ma un semplice anno di transizione. Inevitabile anche in un grande ciclo. La stagione successiva godette di grandi attese. Doveva segnare il ritorno della Ferrari e di Schumacher, pronti a riprendersi lo scettro ai danni della Renault e di Alonso. L’intera annata visse sulle note intense di quella lotta.
Shanghai diventò una tappa cruciale di quel mondiale. Lo spagnolo era in testa alla classifica per soli 2 punti sul rivale, che aveva annunciato il ritiro dalle corse al termine del campionato. Pista bagnata ed ecco lo spunto Renault. Le monoposto francesi presero subito largo, imprimendo alla gara un ritmo forsennato. Schumacher partì piano, ma lentamente iniziò la risalita. La gara ricalcò in parte l’andamento del mondiale: dal dominio Renault alla riscossa rossa. Un giro dopo l’altro, con una pista via via asciugatasi, il Kaiser rimontò fino a raggiungere i pupilli di Flavio Briatore. Prima una stoccata ad Alonso e poi un’infilata a Fisichella dopo l’uscita ai box. Due sorpassi da urlo, da campionissimo. Nel finale, la furiosa controrimonta dello spagnolo, avvantaggiato dal ritorno della pioggia, si fermò in seconda posizione. Michael aveva ripreso il capoclassifica, recuperando 25 punti in 6 gare. Un’impresa incredibile.
Sul podio di Shanghai, il mondiale parve prendere una piega favorevole alla Ferrari. Non fu così: il motore della rossa di Maranello andò arrosto e lasciò via libera alla vittoria di Alonso. Una beffa che di fatto segnò la fine del regno. Eppure quella perla, la numero 91 di una carriera unica, rimane ancora adesso un capolavoro senza tempo. Un po’ perché è l’ultimo acuto in carriera di Schumacher ed un po’ perché lì c’è tutto il meglio di Michael: strategia, velocità e classe.
Ecco la sintesi dell’ultima vittoria di Michael Schumacher
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