Carpe Diem, diceva Orazio. Cogli l’attimo. Domenica, a Baku, Sebastian Vettel si è fatto trovare presente in tanti momenti. Ha evitato che Lewis Hamilton lo attaccasse dopo l’uscita della prima Safety Car. Ha marcato stretto Valtteri Bottas in occasione del rientro ai box dopo il crash delle due Red Bull. Indubbiamente è apparso molto lucido in diversi frangenti della gara. Tuttavia, ha mancato l’attimo giusto, quello vincente.
La gara del tedesco della Ferrari ha preso una piega inaspettata a quattro tornate dalla conclusione. Una volta uscita di scena la seconda Safety Car, Seb ha tentato l’attacco alla prima frenata dopo il lungo rettilineo principale. Una violentissima decelerazione in cui sbagliare il punto esatto di staccata è molto facile. Purtroppo per lui, Vettel è arrivato lungo, danneggiando anche le gomme e consegnandosi al sorpasso di Perez e ad un quarto posto finale. Un risultato amaro sia per come si è concretizzato sia per la superiorità mostrata fino a quel momento dalla Ferrari.
Un’ingenuità? Un errore di valutazione? Un peccato di superbia? Indubbiamente, sono tutte mezze verità. Tentare un sorpasso così complicato in una gara strana non era la soluzione ideale. Magari, la modalità ragioniere avrebbe dato i suoi frutti. È altrettanto vero che un pilota non scende mai in pista per fare i conti e la tentazione di provare il sorpasso vincente è veramente incontrollabile. Diversa la valutazione sul sorpasso errato, qualora dietro a questa manovra ci fosse la pressione di Hamilton, divenuta così insostenibile da portare Seb ad allungare oltremodo la frenata. Meglio lasciar strada all’inglese che comunque non avrebbe guadagnato granché. Insomma, qualche fantasma del 2017 si è intravisto qua e là. Restano comunque valutazioni complesse circa la sua gestione di gara. Di certo c’è la consapevolezza di una Ferrari straordinaria, veloce sul giro secco e concreta sul passo gara. Con questi ingredienti, si può sognare in grande.
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